…Lo strano caso di una impiegata…

15 Maggio 2022

Dimenticata nella ex Provincia, Lo strano caso di una impiegata…

Cattura

MARA CHIARELLI

Dimenticata negli uffici ormai chiusi, assunta senza stipendio e bloccata in un limbo professionale. È la storia di una dipendente del l’Istituto Osservatori Radar “Ammiraglio Corrado Villani”, istituito e gestito dall’allora Provincia di Bari. Ne facevano parte anche Capitaneria di porto, Autorità portuale di Bari, Associazione Raccomandatari marittimi di Puglia, i Comuni di Giovinazzo e Mola di Bari. L’istituto aveva il compito di formare personale marittimo e della pesca, con progetti di orientamento nel settore della tutela dell’ambiente. Il 3 agosto 2015 l’istituto fu messo in liquidazione, qualche mese dopo che la stessa Provincia era stata soppressa e inglobata dalla Città metropolitana (il 1 gennaio 2015). Ma in questo passaggio, la dipendente è stata dimenticata, tanto che da allora non ha più percepito stipendi e contributi né è stata licenziata. Il 6 giugno 2019, allora, ha ottenuto un decreto ingiuntivo che un mese dopo è stato notificato alla Città metropolitana, alla quale il giudice ha ordinato di pagare 17.373 euro, oltre alle spese legali, corrispondenti alle buste paga emesse da ottobre 2014 a dicembre 2015. E a nulla è servita l’opposizione presentata in tribunale dai legali della Città metropolitana, che sostenevano l’assoluta distinzione con la ex Provincia, e di conseguenza con l’Is ti tu to , unico datore di lavoro. Gli avvocati in sostanza, hanno evidenziato che la donna non avrebbe potuto «avanzare pretese nei confronti della Città metropolitana ». Ma tre anni dopo la giudice del lavoro Agnese Angiuli ha respinto il ricorso, dando ragione alla dipendente. A questo punto, la questione sembrava risolta e la donna attendeva che le fossero quantomeno riconosciute le somme spettanti. E invece no: nelle scorse settimane, il sindaco metropolitano Antonio Decaro ha dato mandato ai suoi legali di proporre appello, alla sezione Lavoro della Corte d’appello di Bari, «stante i complessi riflessi che i principi in essa contenuti potrebbero produrre in termini di ulteriore contenzioso e danno per l’Ente». Se infatti passasse questo principio, potrebbe costituire un precedente per situazioni simili e, ove fosse acclarato, si potrebbe anche configurare un danno erariale.

 Il tribunale: «Tocca alla Città metropolitana pagare l’arretrato»

Dalla parte della signora c’è invece il movimento politico civico “Io Sud Puglia”. È il suo coordinatore regionale, l’ingegner Nino Monterisi che ha preso in carica la vicenda: «Nessuno provvede ancora oggi a formalizzarle il licenziamento – evidenzia – che consentirebbe quanto meno il ricorso alla indennità di disoccupazione o di altri benefici vitali che possano garantire un minimo reddito economico. Il caso è talmente articolato che sarà oggetto da parte nostra di continua denuncia con dovizia di particolari che produrremo punto per punto». E si rivolge direttamente al primo cittadino: «Io Sud, nella qualità di movimento politico civico, rivolge formale appello afinché nella veste di Presidente della Città Metropolitana o in qualunque altra intenda riconoscersi, di revocare la delibera che contiene motivazioni lesive della dignità della lavoratrice, con spreco di danaro pubblico che pesa sulla intera collettività, di rendere noto se, come e quando intende fare rispettare le sentenze del giudice del tribunale, il quale con due dettagliate motivazioni ha riconosciuto il pieno diritto dell’im – piegata del già Istituto Osservatori Radar, di procedere quindi al formale licenziamento ed in conseguenza liquidare le somme spettanti»

Nino Monterisi: «Il sindaco provveda almeno al licenziamento»


VIVIAMO UN PERIODO DETERMINANTE…

26 aprile 2022

Viviamo un periodo determinante. Gli scienziati ci dicono che abbiamo 10 anni per cambiare i nostri modi di vita, di evitare d’ esaurire le risorse naturali ed impedire un’evoluzione catastrofica del clima della terra. Occorre che ciascuno partecipa allo sforzo collettivo cioè per sensibilizzare il più grande mondo che o concepito la pellicola HOME. Per diffondere questa pellicola il quanto più possibile, occorreva si è gratuito. Un mécène, il gruppo PPR, ha permesso che lo sia. EuropaCorp che ne garantisce la distribuzione, s’ è impegnato non a fare alcun vantaggio perche HOME n’ a nessun’ambizione commerciale. O gradisco che questa pellicola diventi anche la vostra pellicola. Dividete la, ed agite.

Yann Arthus-Bertrand, Presidente della fondazione GoodPlanet


BUON NATALE E FELICE NUOVO “SPERIAMO” ANNO NUOVO

20 dicembre 2021

…Vi raccontiamo una storia. Inquietante. Parliamo di frutta e verdura, ed anche di pesci. Di quei cibi che consumiamo ogni giorno. Cibi coltivati e cresciuti all’ombra di una discarica nata illegalmente, su un territorio che non aveva alcuna caratteristica adeguata per la sua nascita. Sviluppatasi senza controllo. E che per anni ha continuato ad irrorare il sottosuolo di un liquido mefitico: il percolato, altamente tossico e cancerogeno.

Percolato che è inevitabilmente filtrato sino a raggiungere la falda acquifera da cui si estrae l’acqua per irrigare i fertili fondi dei territori circostanti la discarica: Conversano, Rutigliano e, soprattutto, Polignano e Mola di Bari.

Paesi in cui l’incidenza di patologie tumorali raggiunge livelli record nella popolazione. Causando imprecisabili vittime. Questa storia è dedicata alla Vittima Ignota della discarica Martucci sita al confine tra Conversano e Mola.

https://www.molalibera.it/2021/12/10/martucci-e-tumori


BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI…

12 dicembre 2021

IL PENSIERO A CHI STA MALE, CHE POSSA TORNARE A SORRIDERE…AI TANTI CHE PURTROPPO SONO ANDATI… PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI…RIP


LASCIATE IN PACE LO STORICO “MURAGLIONE”

26 settembre 2021

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…RICORDI 23 aprile 1827 costruire il porto…

Non voglio incorrere nella reprimenda di qualche zelante studioso delle arti marinare nonché profondo conoscitore del nostro porto, delle correnti marine, dei venti dominanti e di quelli regnanti, dei distinguo tra tramontana e maestrale, quindi metto le mani avanti e siano i lettori di Fax a dare un nome, se lo ritengono, al banchinamento del nostro porto visto che, per parte mia, ho qualche incertezza sulla sua denominazione. A confondermi ci hanno pensato gli addetti ai lavori. Infatti, la Soprintendente ad interim, arch. Maria Piccarreta, lo definisce «Molo di Ponente, opera fondativa dell’infrastruttura portuale»; il Comandante della Capitaneria di Porto di Bari teme «che, il Molo di Ponente, venga interamente destinato a percorso urbano e museale»; l’ing. Barbara Loconsole del Dipartimento regionale Ambiente, Paesaggio e Qualità urbana dice: «L’intervento consiste in una riqualificazione dell’area portuale nel Comune di Mola di Bari, in particolare nel primo tratto del Molo di Ponente per una lunghezza di circa 200 mt». Infine, il progettista, nella breve sintesi della storia del porto, scrive che «Tra il 1916 e il 1931 si costruirono il secondo e il terzo braccio del Molo di Tramontana». A questo punto sono andato in tilt perché la tramontana è un vento che spira da Nord, mentre il ponente è un vento che spira da Ovest. Sempre nella sintesi storica si parla di un «faro sulla testata della diga di Maestro»; è evidente che si parla del terzo braccio del nostro molo. E allora, a questo punto, io mi limiterò a chiamarlo Molo di Ponente, senza patemi d’animo, perché la questione non è come chiamare il Molo del nostro porto, bensì quale giudizio dare al progetto che coinvolge esclusivamente il primo braccio del Molo, quello, per intenderci, che è fortemente identitario col suo Muraglione dotato di passeggiata aerea lungo circa 200 mt. Superato, quindi, in premessa quest’ostacolo, veniamo al progetto.

Si dice che la ristrutturazione del primo braccio costituisca il continuum del Fronte Mare Nord, cioè di quella vasta distesa di cemento che è quanto rimane del progetto Bohigas. Dalla lettura delle annotazioni e delle osservazioni alla copiosa parte grafica del progetto, nonché dalle esplicite dichiarazioni del progettista, si evince che detto progetto è finalizzato ad uno stravolgimento del sito attraverso un «completo rinnovo della veste estetica e funzionale del luogo». L’espressione utilizzata ha suscitato in me una profonda tristezza perché dimostra che si tratta di un ulteriore intervento di cancellazione della nostra memoria storica. Lo stupro del nostro Muraglione con interventi da “casa delle bambole”, finanziato con 2 milioni di euro dall’Unione Europea, si inserirebbe in un accordo di cooperazione tra la Regione Puglia, il Comune di Otranto, il Comune di Mola di Bari e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, e dovrebbe essere finalizzato, con obiettivi turistici, al collegamento di alcuni porti minori pugliesi con la Grecia (Corfù). Più esattamente si tratterebbe di uno stralcio di un intervento molto più ampio che dovrebbe interessare la riqualificazione di tutta l’area portuale di cui, tuttavia, non si conoscono neppure le linee generali. Il richiamo alle linee generali non è la richiesta dell’appagamento di una mera curiosità, bensì il diritto di conoscere la posizione dell’Amministrazione Colonna sulla valorizzazione di “Mola vecchia”; per cui non ci si deve stupire se si chiede se nel programma generale di questi interventi sono previsti lo spostamento dell’indecoroso Mercato ittico, il riordino del Bacino portuale (che attualmente è solo la rappresentazione di una disordinata, ibrida, inaccettabile commistione tra motopescherecci e natanti da diporto), l’utilizzo dell’ampio bacino delimitato dal Molo di Levante, la manutenzione straordinaria dell’intero Molo di Ponente, e così via. In ogni caso, in riferimento agli interventi a farsi e previsti in progetto, mai avremmo pensato ad un’operazione di maquillage che prevedesse una «passerella belvedere in quota», «una promenade attrezzata», «una pelle metallica»; il tutto col chiaro intento di occultare il Molo storico per il quale, invece, avremmo auspicato radicali interventi di consolidamento e di restauro e non già «rivisitazioni» che, per un verso, stravolgono la bellezza del Muraglione, per altro verso, ne offendono la valenza storica. Noi molesi di “dentro la terra”, pertanto, pensiamo che il progetto sia da rifare partendo da un approccio culturalmente opposto a quello che ha ispirato l’arch. Salimei. Perché il progetto è sbagliato in radice quando pretende, con discutibili mascherature in acciaio, la cancellazione del nostro passato con il consenso entusiasta dell’Amministrazione Berlen (il povero Colonna Giuseppe non merita menzione perché è il Carneade in questa come in altre circostanze), con dissacrante pretesa della cancellazione della cultura e della storia attraverso un radicale cambiamento sia della veste scenografica che funzionale del luogo. Non solo, ma si ha il sospetto che si progetti per stupire, che l’esercizio grafico abbia la meglio sul prodotto finale, che l’estetica abbia la preminenza sulla funzionalità, che mezzo e fine siano rovesciati. Il rischio, in questi casi, è che si perda tempo, si perdano i finanziamenti per la gran parte e che il prodotto finale, da presunta opera d’arte, si traduca in una deludente fetecchia. Ma cosa si vuole fare del nostro Paese? Per un verso si è radicali nella difesa della nostra memoria storica che si richiami al Castello o al Palazzo Roberti o al Monastero di Santa Chiara e così via, mentre per altro verso i nostri amministratori vorrebbero fare una «promenade» del nostro Molo storico, eretto non per il trastullo del popolo, ma a protezione delle nostre barche, siano essi paranze, trabaccoli o motopescherecci. Evitiamo, per carità, di cancellare le nostre memorie che hanno radici profonde nella terra dei nostri contadini e nel mare dei nostri pescatori. Bene dunque hanno fatto Soprintendenza e Dipartimento Ambiente a stroncare alla base il progetto. Infatti, il Soprintendente ad interim, arch. Maria Piccarreta, di archeologia, belle arti e paesaggio, osserva che «L’idea progettuale… ignora del tutto il valore culturale del Molo di Ponente… La criticità principale del progetto consiste, infatti, nel disconoscimento della preesistenza quale bene oggetto di tutela e valore prevalente del sito; protagonista dell’intervento risulta, invece, il nuovo manufatto metallico che… ne svilisce il valore di bene culturale… relegando il Molo stesso ad una funzione subalterna». Sono state, ahinoi, inutili osservazioni perché il progetto ripresentato, teoricamente rivisto e corretto, non è stato soggetto ad alcuna modifica, vero è che ha subito la stessa censura con cui è stato liquidato il primo, ma questa volta, ed in particolare, dal Dipartimento Ambiente della Regione Puglia. Infatti, il Dipartimento osserva che «La realizzazione della struttura terminale per dimensione, forma e struttura risulta avulsa dal contesto strutturale e materico del Molo; la realizzazione della pelle metallica in acciaio corten a ridosso dell’edificio della Guardia Costiera oltre a non essere strettamente necessaria al processo di valorizzazione e riqualificazione del Porto, altera la percezione che si ha della radice del Molo dalla via Lungara Porto; la realizzazione delle aiuole e delle isole di verde sul Molo… non è riconducibile alle architetture di pietra degli stessi moli pugliesi». Orbene, destinatario di queste osservazioni è il Responsabile Unico del procedimento nonché capo settore LL.PP. che pertanto è ampiamente informato del fatto che il progetto, nelle due versioni presentate ufficialmente nelle conferenze del 28/6 e del 4/8, è risultato essere in totale contrasto con i luoghi di contesto. Pertanto è lecito credere che debba agire di conseguenza e impedire che si proceda con i lavori in assenza di un progetto esecutivo e quindi senza i pareri favorevoli allegati. Eppure, a fronte di queste critiche demolitorie, c’è nel nostro Paese, un signore, il sig. Giuseppe Colonna, Sindaco pro tempore, che si dichiara soddisfatto perché, a suo dire, si è raggiunto un «risultatone». Queste uscite, apparentemente insensate, fanno parte di una strategia ben collaudata: siamo al quarto anno di mandato e il Sindaco Colonna è, dal giorno dell’insediamento, che, col suo staff, è impegnato a curare la sua immagine guardando alle elezioni amministrative del 2023, sapendo che può contare sullo zoccolo duro del suo elettorato; sa che non è compito suo, per inadeguatezza, l’amministrare il Paese che, ormai, è chiaramente nelle mani dell’Assessore Nico Berlen. Lui, il Sindaco, da buon garzone di bottega, sta studiando in quale veste presentarsi alla sua clientela al momento giusto per incassare il dovuto in termini elettorali. Il rischio, purtroppo, che la spunti è concreto, ove la opposizione, per una parte cospicua, non si scuota dal torpore che l’affligge da tempo.

Sen. Ing. Ernesto Maggi


come eravamo

24 settembre 2021

Comunicato stampa del Comitato Seagull.

16 giugno 2021

MOLFETTA – Pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Seagull. “I lavoratori marittimi già sono in condizione precaria per una grave situazione di crisi del settore, poiché le attuali tabelle di armamento delle navi italiane – a seguito delle disposizioni di legge in vigore (art. 318 del C.N. e art. 2, legge 30/1998, e successive modificazioni) – che determinano la nazionalità dei componenti l’ equipaggio secondo accordi intervenuti fra le organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL e Confitarma, prevedono una situazione fortemente sbilanciata a favore degli stranieri.- Il livello occupazionale del settore è dunque gravemente compromesso e molti sono i marittimi italiani che non trovano più imbarco: il contesto è poi aggravato dalla liberalizzazione del mercato del lavoro in quanto gli armatori hanno facoltà della chiamata diretta; ma, come è ben comprensibile, la carenza di controlli puntuali lascia spazio a tutte le iniziative possibili e si ha pure notizia di navi poste in disarmo in porti esteri per imbarcare equipaggi costituiti in stragrande maggioranza da stranieri.- Allo stato, ignoriamo se risulta attivato un organismo centrale ove far affluire le chiamate per l’ imbarco sulle navi, ma pare necessario centralizzare mediante un sistema telematico le richieste di personale, di modo che le navi in arrivo in porto possano utilizzare marittimi di tutto il Paese.- In ogni caso, per poter lavorare a bordo delle navi è necessario frequentare corsi di formazione e preparazione previsti dalle norme di sicurezza internazionali (SOLAS, MARPOL, IMO-STCW) ed oggi i marittimi sono perfino tenuti a conoscere la lingua inglese, altrimenti non possono imbarcare sulle navi italiane.- Trattasi di persone di scolarizzazione medio-bassa e quindi l’ apprendimento della lingua inglese deve essere adeguatamente seguita.- Ora, occorre precisare per la frequentazione di tutti questi corsi i marittimi pagano di tasca propria le scuole private, con ciò gravando su bilanci familiari già risicati.- Esistono invece scuole pubbliche (ad esempio, l’ IPSIAM di Molfetta) che sono pronte ad organizzare i corsi di formazione e di lingua a costi inferiori e comunque con benefici per la collettività e non per i privati.- Chiediamo quindi un suo intervento fattivo che valga a canalizzare risorse verso questa iniziativa che contribuirebbe notevolmente a ridare speranza a molte famiglie pugliesi: si tenga nel debito conto che tutte le regioni a forte incidenza marinara (es. Sicilia, Campania, Sardegna, ecc…) hanno già attivato corsi pubblici per i marittimi presso le scuole professionali locali a totale carico dei bilanci regionali.- I MARITTIMI DI TRAPANI, MOLFETTA, TORRE DEL GRECO, POZZALLO, MOLA DI BARI, HANNO PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE ED HANNO INDETTO UN’ ASSEMBLEA PERMANENTE PER RIVENDICARE IL LORO DIRITTO AL LAVORO ED ALLA FORMAZIONE: non per discriminazione, ma hanno necessità di dare dignità alle loro famiglie e chiedono la revisione delle tabelle di armamento delle navi, nonché la istituzione di corsi di formazione a carico della REGIONE PUGLIA.”


Libia, spari contro peschereccio italiano: ferito comandante

8 Maggio 2021

L’uomo è stato ferito a un braccio. I colpi di arma da fuoco sono stati esplosi da una motovedetta militare libica al largo delle coste della Tripolitania. dove l’imbarcazione siciliana era impegnata in una battuta di pesca. E’ intervenuta la fregata Libeccio della Marina militare italiana.


Auguri Santa Pasqua 2021

3 aprile 2021


…comunque vada andrà bene, BUON NATALE e BUON ANNO a tutti

5 dicembre 2020

…con l’augurio che i marinai sequestrati in Libia tornino quanto prima alle loro famiglie sani e salvi, che la pandemia finisca e il virus che ha fatto tanti lutti e sofferenze scompaia, che il vaccino riesca a funzionare bene, che torni il sorriso e il benessere a tutti…BUON NATALE e FELICE e PROSPERO ANNO NUOVO…